Era il 2016 la prima volta in cui abbiamo presentato in Parlamento la proposta di legge per ridurre l’IVA sui prodotti per l’igiene mestruale al 4%, come beni di prima necessità. Da allora sono cambiate alcune cose (oggi la tampon tax è entrata nel dibattito pubblico, finalmente) ma la tassazione è ancora al suo posto.

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Irlanda, Francia, Portogallo, Olanda, e Belgio applicano l’IVA ridotta, tra il 5 e il 6, la Germania al 7%, in linea con la direttiva europea del 2006. Il Regno Unito all’inizio del 2021 ha abolito la tampon tax.

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La Scozia, addirittura, è il primo stato al mondo ad andare oltre e a fornire i prodotti per il ciclo gratuitamente: la legge prevede che gli enti locali forniscano gratuitamente alle persone bisognose i prodotti igienici di cui facciano richiesta, e che li mettano a disposizione nelle scuole, università ed edifici pubblici in genere.

In Italia, l’unica misura approvata è uno sconto su alcune tipologie di assorbenti che non sposta niente, né economicamente né politicamente. Un Green Friday degli assorbenti.

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Un bene essenziale è un bene essenziale e va  tassato come un bene essenziale e non di lusso. Un ragionamento banale, ma che una società a misura di maschio fatica tantissimo a capire.

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Scarica la mozione per i consigli comunali contro la tampon tax